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CONCERTO STRUMENTI GESTI AZIONI
5 Ottobre 2022 @ 20:30 - 21:30
GERMÁN TORO PÉREZ Rulfo/ecos I (2006) per violoncello ed elettronica dal vivo
violoncello Gabriele Boccio
JONATHANHARVEY …ricercare una melodia (1984) per tromba e sistema di delay
tromba Jonathan Impett
BARRY TRUAX Nightwatch (1982) per marimba e supporto digitale
marimba Alessandro Gizzi
JONATHAN IMPETT Spoken (2019) per metatromba e computer
metatromba Jonathan Impett
STEFANO BASSANESE Le Perroquet (2017) per Pipe e live electronics
Pipe Stefano Bassanese
Regia del suono e live electronics Stefano Giacomelli
Rulfo/ecos I (2006)
Questo lavoro fa parte di un ciclo di cinque brani per violino, viola, violoncello ed elettronica dal vivo, ispirati al lavoro dello scrittore messicano Juan Rulfo (1917-1986). L’opera di Rulfo comprende un romanzo e 17 racconti, e raffigura in generale il Messico rurale all’epoca della Rivoluzione messicana come un mondo segnato da disperazione e solitudine. Il suo linguaggio – poetico, ruvido, disadorno e di profonda musicalità – è un linguaggio mitico, un linguaggio del ricordo. Rulfo/ecos I si basa su sequenze discendenti di suoni armonici naturali del violoncello, catturati e sovrapposti dall’elettronica anche con lente deformazione del campo armonico. Il movimento ascendente/discendente, ricorrente nelle pagine dello scrittore messicano, può essere visto come elemento musicale e come segno di un cambiamento di stato, come l’attraversamento di un confine e l’approssimarsi di un punto finale – un punto allo stesso tempo “di fuga” e “di arrivo”, che nello spazio immaginato da Rulfo è sempre anche un “punto di morte”.
…ricercare una melodia (1984)
Questo lavoro, scritto per Jonathan Impett, utilizza un sistema di delay non solo per creare polifonia a partire da una singola linea musicale, ma anche per esplorare relazioni tra altezza, tempo e timbro – sfruttando il cambio di velocità in lettura dell’unità di ritardo. La sezione di apertura punta a estendere una breve melodia nel tempo e nello spazio delle altezze alla ricerca di nuove relazioni interne, finché non si dissolve come un insieme di ottoni fantasmatici, che si muovono con lentezza impossibile…
Nightwatch (1982)
Lavoro ideato come complemento di East Wind (1981), per flauto dolce e supporto audio (nastro magnetico). In entrambi i brani, l’intera parte su supporto quadrifonico è costituita da trasformazioni dei suoni del solista, in rapporto di contrasto o di somiglianza con essi. I due brani sono correlati come opposti complementari: il flauto dolce è uno strumento in cui un flusso d’aria attraversa il legno, la marimba è invece un insieme di corpi di legno che attivano l’aria circostante. La struttura del pezzo riflette schemi costruttivi tratti dagli esagrammi del “libro dei mutamenti” dell’antica cultura cinese. In Nightwatch, il materiale su supporto è dovuto a Russell Hartenberger, che ha suonato uno strumento precedentemente appartenuto al padre del compositore, Arnold Truax, al quale il brano è dedicato insieme a Russell Hartenberger.
Spoken (2019)
Tempo fa il video-artista Bill Viola osservò che i fenomeni ondulatori forniscono dei validi modelli naturali alle arti basate sul tempo. L’antropologo Tim Ingold a sua volta ha segnalato che il suono è più un mezzo di illuminazione che una serie di oggetti. La metatromba [metatrumpet] è uno strumento esteso mediante computer che sfrutta sensori e microfoni interni in modo da rendere i comportamenti fisici e sonori dello strumento parte del processo compositivo. In Spoken, il momento di incertezza che precede l’emissione del suono – il suo entrare in risonanza, il suo riuscire a “parlare” – è la sorgente di energia che alimenta una struttura di riflessioni, rifrazioni, diffrazioni, interferenze e risonanze. L’andamento dinamico e l’architettura del brano si auto-organizzano durante la performance a partire dai dati relativi al suono dello strumento e alle azioni effettivamente compiute sullo strumento stesso.
Le Perroquet (2017)
Tra gli strumenti ad aria compressa progettati e realizzati dal musicista canadese Jean-François Laporte, Pipe ha immediatamente attirato la mia attenzione. Si tratta di uno strumento-robot, interamente controllabile da computer ma animato da un flusso d’aria compressa, anch’esso regolato da una valvola controllabile. Il suo sistema “fonatorio” è costituito dalla membrana elastica di un palloncino. Osservando la sua curiosa forma a S, il colore giallo del palloncino che ricorda un becco, il cerchio che lo sostiene come se fosse un trespolo da voliera, ho immaginato un esotico e misterioso pappagallo meccanico. Il filosofo Henri Bergson definisce uno dei paradigmi del comico come “qualcosa di meccanico sovrapposto al vivente”. Ho tentato un’inversione di questo concetto nello sforzo di animare l’autonomia meccanica del pappagallo-strumento, di cercare le sue voci in mezzo a un contesto tragi-comico. Poiché il pappagallo è un animale che cerca di abitare la parola ed è capace di articolare suoni significativi senza comprenderne il significato, ho osservato le reazioni attorno a lui. È infatti nel suono che l’animale-strumento esplora le sue possibilità, un modo per stabilire relazioni attraverso le reazioni ai suoi stessi gesti. Nel suo mondo sonoro c’è spazio per parole nascoste, parole immaginarie senza che debbano necessariamente avere un significato reale.
GERMÁN TORO PÉREZ
Nato nel 1964 a Bogotá, ha studiato all’Università delle Ande di Bototà, ed ha poi intrapreso studi musicali, in composizione con Luis Torres Zuleta e pianoforte con Sergio Mesa a Bogotá. Dal 1986 si è perfezionato alla Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna, dove ha studiato anche musica elettroacustica. La sua produzione comprende composizioni per orchestra, musica da camera con e senza elettronica, musica elettroacustica, opere di sound art e opere legate alla video-grafica e altre forme di elaborazione multimediale. È stato direttore del corso di computer music e professore ospite di composizione elettroacustica all’Università di Musica di Vienna. Dal 2007 è direttore dell’Institute of Computer Music and Sound Technologies (ICST) della Kunst Universität arti di Zurigo, dove è anche docente di composizione elettroacustica. Professore ospite ai Corsi estivi internazionali di Darmstadt 2012. Ha al suo attivo varie pubblicazioni in ambito di teoria ed estetica dell’elettroacustica, ricerca artistica, storia e identità della musica latinoamericana e notazione della spazializzazione. L’attuale focus del suo lavoro presso l’ICST di Zurigo è la pratica esecutiva della musica elettroacustica.
JONATHAN HARVEY
Viene invitato da Pierre Boulez a lavorare all’IRCAM nei primi anni ottanta, dove realizza, fra gli altri, Mortuos Plango, Vivos Voco per solo nastro, Bhakti (1982) per ensemble ed elettronica e Quartetto d’archi n.4, con live electronics. Harvey ha anche composto per altre formazioni: orchestra (Tranquil Abiding (1998), White as Jasmine (1999) e Madonna of Winter and Spring (1986) – quest’ultimo eseguito dai Berliner Philharmoniker diretti da Simon Rattle nel 2006), camera (quattro quartetti d’archi, Soleil Noir/Chitra, e Death of Light, Light of Death del 1998) e opere per strumento solista. Ha scritto svariate opere per coro senza accompagnamento ampiamente eseguite – così come una grande cantata per il BBC Proms Millennium, Mothers shall not Cry (2000). È dottore onorario delle Università̀ di Southampton, Sussex, Bristol, Birmingham e Huddersfield, è membro dell’Accademia Europea e nel 1993 è stato premiato con il prestigioso premio Britten per la composizione. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Giga-Hertz dello ZKM di Karlsruhe, riconoscimento alla sua maestria di compositore di musica elettronica. Ha pubblicato due libri nel 1999, rispettivamente sull’ispirazione e sulla spiritualità. Uno studio di Arnold Whittall sulla sua musica è apparso nel 1999 (Faber & Faber), pubblicato anche in francese nello stesso anno. Due anni dopo John Palmer ha pubblicato il saggio Jonathan Harvey’s Bhakti (Mellen Press). Michael Downes ha pubblicato un libro su due sue opere nel 2009 (Ashgate). Harvey è stato professore di musica alla Sussex University tra il 1977 e il 1993. Ha insegnato anche alla Stanford University (US) tra 1995 e 2000. Membro onorario del St. John’s College di Cambridge e dell’Istituto di Studi Avanzati di Berlino nel 2009.
BARRY TRUAX (1947)
Professore Emerito della School of Communication della Simon Fraser University di Burnaby (Vancouver), dove ha tenuto per molti decenni corsi in Comunicazioni Acustiche e in Composizione Elettroacustica (con particolare attenzione alla soundscape composition). È nato a Chatman nel 1947, e negli anni di formazione è stato studente dell’Istituto di Sonologia di Utrecht (con G.M.Koenig e altri). È stato membro del World Soundscape Project di R.M. Schafer, nel cui ambito ha curato il manuale Handbook for Acoustic Ecology (1978, seconda edizione 1999) e ha pubblicato il compendio di tecnologie del suono intitolato Acoustic Communication (1984, seconda edizione 2001). Truax è noto anche per il suo lavoro con sistemi di sintesi numerica del suono in tempo reale (PODX), e per le sue composizioni su supporto fisso multicanale, anche in combinazione con interpreti dal vivo e con grafica computazionale. Gran parte della sua musica è pubblicata dalla Cambridge Street Records (di cui è fondatore). Nel 1991 gli è stato riconosciuto il Magisterium dell’IMEB di Bourges (Francia), per il suo Riverrun. Nel 1999 gli è stato conferito il premio Teaching Excellence Award della Simon Fraser University. Dopo aver lasciato l’Università per raggiunti limiti di età (2015), è stato Edgard Varèse Professor presso la Technische Universität di Berlino, e compositore in residenza in vari festival canadesi ed europei, tra cui il Festival BEAST 2016 a Birmingham.
JONATHAN IMPETT
Direttore della Ricerca presso l’Orpheus Institute di Ghent (Belgio) e Professore Associato alla Middlesex University (Londra, Regno Unito). Le sue attività coprono molteplici aspetti della pratica musicale contemporanea, come trombettista, compositore e teorico. Dirige il gruppo di ricerca “Musica, pensiero e tecnologia” presso l’Orpheus Institute. La sua ricerca riguarda le pratiche della creatività musicale contemporanea, in particolare la natura dell’artefatto musicale tecnologicamente situato. Come trombettista è attivo nel campo della performance filologica, membro di lunga data dell’Orchestra of the Eighteenth Century e dell’Amsterdam Baroque Orchestra. È anche membro dell’ensemble sperimentale da camera Apartment House, e come solista ha dato la prima esecuzione assoluta di lavori di Scelsi, Berio, Harvey, Finnissy e altri. Ha diretto l’ensemble da camera elettronica dal vivo Metanoia e ha ricevuto un Prix Ars Electronica per lo sviluppo della “metatromba”. Il lavoro nello spazio tra composizione e improvvisazione ha portato a una continua ricerca nell’area dei sistemi interattivi e delle interfacce. L’attuale progetto “Spazio Sonoro Attivo” utilizza modelli di ALife (vita artificiale) per creare opere d’arte sonora interattive. Ha pubblicato un approfondito studio monografico della musica di Luigi Nono (Routledge). Ha curato il volume collettivo Sound work. Composition as Critical Technical Praxis (Leuven University Press)
STEFANO BASSANESE
Ha studiato musica elettronica e composizione nei conservatori di Venezia e Padova. Nel 1983 ha frequentato l’Experimental Studio del SWF accanto a Luigi Nono, e i seminari dell’Institut für Neue Musik alla Musikhochschule. Ha partecipato in festival internazionali e prestigiose sedi concertistiche tra cui Zeitfluss (Salisburgo), Ars Musica (Bruxelles), Eclat (Stuttgart), Philarmonie (Essen), Musique en Scène (Lione), June in Buffalo, Staatsoper Stuttgart, Salle Messiaen (Radio France, Parigi), CCRMA (Stanford), Musica y Escena (Città del Messico), Experimental Intermedia (New York), Les Musiques (Marsiglia), White Box (New York), Totem Electrique (Montreal), EMS (Stockholm), ecc. Ha lavorato per diverse istituzioni di produzione e di ricerca, ha collaborato col Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova occupandosi di Computer Music fin dal 1978. Ha lavorato con l’Orchestra Sinfonica del WDR di Colonia diretta da Zóltàn Peskó e con l’Ensemble Modern diretto da Ingo Metzmacher. Numerose collaborazioni con compositori e interpreti tra cui Aldo Clementi, Olga Neuwirth, Fabio Nieder, Claudio Ambrosini, Mauricio Sotelo, Paul Mèfano, Phill Niblock, Eliane Radigue, Nicholas Isherwood, Stefano Scodanibbio, Roberto Fabbriciani, Michele Lomuto, Ex Novo Ensemble, Christoph Homberger, Jenny Lin, Benjamin Thigpen e molti altri. Dal 1999 ha collaborato con Mauricio Kagel realizzando l’elettronica di diverse produzioni tra cui la prima mondiale della versione scenica di Entfürung im Konzertsaal con la regia di Herbert Wernicke e la prima edizione discografica di Phonophonie. Nel 2000-2001 è stato responsabile della produzione elettronica del CCMIX (Centre de Création Musicale Iannis Xenakis) di Parigi. Nel 2003 ha collaborato col pianista e compositore Uri Caine componendo e realizzando le parti elettroniche per Othello Syndrome che ha inaugurato il 47° Festival di musica contemporanea della Biennale di Venezia. L’edizione discografica di questo lavoro ha ottenuto la nomination al 51° Grammy Awards del 2009. Cofondatore e membro del comitato scientifico della Fondazione Archivio Luigi Nono di Venezia, membro del direttivo dell’AIMI (Associazione di Informatica Musicale Italiana) dal 2010, dal 2014 al 2018 ne è stato presidente. È docente e coordinatore della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Torino.
ALESSANDRO GIZZI (1993)
Inizia a studiare batteria nel 2009 con Davide Ciarallo presso la Scuola Comunale di Musica di Montesilvano. Grazie all’incoraggiamento di Massimo Di Rocco decide di studiare con lui percussioni classiche, dapprima iscrivendosi all’Accademia Musicale Pescarese nel 2012, poi al Conservatorio A. Casella nel 2018. Parallelamente frequenta la facoltà di Lettere e Filosofia dell’università G. D’Annunzio, conseguendo nel 2019 la laurea in Linguaggi della Musica, dello Spettacolo e dei Media. A partire dal 2021 ha intrapreso un percorso di approfondimento e perfezionamento del repertorio contemporaneo ed elettro-acustico per percussioni con Gianluca Ruggeri.